mercoledì 28 marzo 2012

Nuovi Premi e Nuove Cup Cakes al Pistacchio

Meglio tardi che mai: con grande ritardo ringrazio Stefania di Formine e Mattarello per avermi assegnato il premio Cake Blog di Qualità.
Il fatto che il mio Blog sia apprezzato e che ci siano persone che hanno piacere di leggere le mie Ricetteracconto (o Raccontoricette) mi rende molto felice, perchè questa, come ho già detto anche in passato, è la realizzazione di un piccolo sogno. Adesso cucinare è ancora più entusiasmante, perchè i piatti sono diventati progetti, che comprendono idee, fantasia, preparazione, attenzione ai particolari, fotografie, emozioni, condivisione. E non c'è niente di meglio che impegnarsi in un bel progetto, a mio parere, per sentirsi entusiasti ed appagati (e io, in questo periodo, ne ho proprio bisogno).
Le regole per il premio sono queste: nominare, ringraziare e linkare il blog di chi ti ha donato il premio, condividere 7 ricette dolci che ti hanno cambiato la vita e infine nominare altri 10 cake blogger a cui vorrai donare il premio.

Sette ricette dolci che mi hanno cambiato la vita... Sicuramente al primo posto ci sono le mie adorate Cup Cakes.
Queste piccole tortine uniscono la mia passione per la pasticceria, la mia golosità e la mia creatività. Se avete letto il post precedente, saprete che per me sono il dolce fashion per eccellenza: deliziose, bellissime e irrinunciabili proprio come un paio di scarpe o una borsetta :-) 
La parte che preferisco, quando le preparo, è pensare agli abbinamenti sapori - colori - decorazioni e qui, la stilista mancata che è in me, finalmente può dare libero sfogo alle sue spumeggianti e fin troppo numerose idee.



Secondo, terzo e quarto posto ex equo vanno alla torta allo yogurt, alla crostata con la marmellata e alla crostata con crema pasticcera e frutta fresca.
Questi sono i dolci della mia infanzia, che mia mamma preparava sempre per il mio compleanno. Mi ricordo quando glassava la soffice torta allo yogurt (se volete la ricetta la trovate qui) e la decorava con fettine di arancia candita, o quando con la pasta frolla scriveva "Auguri Francesca" in mezzo alla marmellata. Poi impacchettava tutto con la carta trasparente e dei bei fiocchi e portava le torte a scuola per la festa con i compagni.
Anche se tornava tardi dal lavoro e aveva mille cose a cui pensare, iniziava giorni prima a pensare e a organizzare la preparazione di quelle torte. Se chiudo gli occhi mi sembra di essere in classe in procinto di spegnere le candeline mentre penso con orgoglio "questa l'ha fatta la mia mamma".
La crostata con crema pasticcera e frutta fresca era invece riservata alla festa a casa, con amici e parenti. Noi bambini giocavamo a nascondino tra i mobili o ci raccontavamo storie terrorizzanti sotto il tavolo, in attesa dell'unico momento interessante della cena: il dolce e i regali ovviamente!

Al quinto posto metto la Torta Sacher, perchè mi ricorda i pomeriggi trascorsi a cucinare dolci con la mia amica Federica, durante il periodo del liceo.
Ci vedevamo a casa di una delle due dopo la scuola, e spesso il premio che ci concedevamo per aver fatto tutti i compiti (sì, perchè noi li facevamo tutti: da chi li avrebbero copiati i nostri amici altrimenti?) era cucinare torte o biscotti. Il maggior successo lo abbiamo avuto con la Sacher che è tutt'ora richiestissima in occasione del compleanno di Federica: la sua assenza provoca malcontento e minacce di mancata consegna dei regali. La ricetta l'abbiamo trovata su un vecchio libro della mamma di Federica, non so se avrò mai il permesso di pubblicarla, Fede ne è molto gelosa... :-)
E' davvero ottima. Quando siamo state a Vienna abbiamo provato l'autentica torta Sacher alla famosa pasticceria Demel e abbiamo stabilito, in modo del tutto OGGETTIVO, che quella che facciamo noi è decisamente più buona. Lo pensereste di sicuro anche voi, ma non so se la mia amica mi darà mai il permesso di divulgare la ricetta segreta. Possiamo sempre fare un appello, ma mi dovete aiutare: Fede permetti a Francesca di postare la ricetta della Sacher sul suo Blog!



Al sesto posto metto la torta di pan di spagna con bagna al liquore e crema pasticcera. Non ho mai amato questo tipo di torta e non avevo neanche mai provato a cucinarla, fino a quando "una persona speciale" non mi ha detto che è il suo dolce preferito. Bhe non potevo fare a meno di imparare e di farne una ottima per il  suo compleanno. Il potere dell'amore...

Sono arrivata al settimo posto, difficile scegliere... metterò il tortino al cioccolato dal cuore fondente (o moelleux au chocolat). L'ho mangiato la prima volta in Francia, ero bambina, in vacanza in Corsica con i miei genitori. Seduta, sotto le stelle, in un tavolino posizionato all'aperto in una stradina del centro storico di un bellissimo borgo, ho affondato il cucchiaio in quel magico dolce e sono rimasta a bocca aperta di fronte al suo cuore morbido e caldo. Mio papà e mia mamma mi guardavano divertiti.
Ogni volta guardo e assaporo questo dolce con lo stesso stupore e piacere di bambina che ho provato quella sera. Inoltre ho preparato questo tortino la prima volta che ho invitato "lui"a cena. Devo dire che l'ho stupito e che ha apprezzato molto. Visti i risultati, mi sento di consigliarlo se siete indecisi sul dolce da preparare per un primo appuntamento :-) Io ho usato la ricetta di Giallo Zafferano che trovate qui

E ora veniamo ai cake blogger a cui vorrei donare il premio, difficile scegliere tra tanti che seguo, bravi e originali. Dunque il mio premio va a...



Carotina abbrustolita
Cook the Look
Diario di Cucina
Dolci Magie e Stelline Colorate
Fragole a Merenda
Il Mestolo Magico
La Femme du Chef
La Petite Quillère
Le Ricette dell'amore Vero
Pandispagna
Paprika & Paprika
Sweet Corner

Ops... sono 12 non 10... mi perdonerete, ma non riuscivo proprio a scartarne due, e cmq lo faccio per voi, vedrete che buone ricette che troverete in questi blog ;-)

Comunque non è finita qui, ho anche ricevuto da Veronica del Mestolo Magico il premio Blog 100% affidabile. Questo premio viene assegnato a Blog con i seguenti pregi: è aggiornato regolarmente, mostra la passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive, favorisce la condivisione e la partecipazione attiva tra i lettori, offre contenuti ed informazioni utili ed originali, non è farcito di troppa pubblicità.



Grazie ancora a Veronica che mi supporta continuativamente nella mia attività di blogger!

In questo caso sono 5 i blogger a cui passare il testimone. Nomino quindi:

Basilico, Malva e Cerfoglio
Cucina e Cantina
Kitty's Kitchen
L'appetito Vien Leggendo
Menta e Liquerizia

Vi saluto con una ricetta a base di... Cup Cakes :-) visto che le ho messe al primo posto tra i dolci che mi hano cambiato la vita!



CUP CAKES AL PISTACCHIO CON GLASSA AL CACAO

Ingredienti per 14 Cup Cakes
250g di burro morbido
250g di zucchero
150g di farina 00
100g di pistacchi tritati
4 uova
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 cucciaino di vaniglia in polvere

Procedimento
Montare lo zucchero con il burro morbido, il pizzico di sale e la vaniglia. Aggiungere le uova e poi la farina miscelata al lievito e i pistacchi tritati. Versare il composto nei pirottini e far cuocere in forno a 180° per 20 minuti circa.

Ingredienti per la Glassa al Cacao
115g di burro a temperatura ambiente
500g di zucchero a velo
3/4 cucchiai di cacao amaro
3/4 cucchiai di latte
Procedimento
In un contenitore capiente amalgamare con delle fruste elettriche il burro, lo zucchero, il latte, il cacao e metà dello zucchero a velo, fintanto che il composto non sarà cremoso ed omogeneo. Aggiungere lentamente il restante zucchero a velo continuando a lavorare il composto. Guarnire le cup cakes con la galssa al cacao.

lunedì 19 marzo 2012

E io che pensavo di essere Fashion... Cup Cakes al tè Macha con crema alla Fragola

L'altro giorno stavo leggendo sulla mia rivista preferita, l'intervista ad alcune donne influenti nel mondo della moda, interrogate sui must have della stagione. Sì i must have, quello che non puoi non avere o sei out. Bisogna imparare il gergo giusto, altrimenti si fa prima a non comprarseli neanche i giornali di moda. Ad ogni modo, nell'articolo in questione, erano contenute le opinioni di fashion editor, modelle, giornaliste ed icone di stile. 
ICONE DI STILE??? Ma cos'è, un mestiere? Mi sono davvero indispettita: ereditiere o "figlie di" che non fanno altro che shopping e dettano le regole della moda. Considerato che praticamente non ho il tempo neanche di vederle le vetrine, se non durante qualche incontro fugace in pausa pranzo, ho immediatamente chiuso il giornale con aria di superiorità, pensando che non accetterò mai i consigli di una che di mestiere fa l'icona di stile.
Io sono very fashion anche senza di loro, mi sono detta, e mi sono preparata per uscire, diretta a comprare la teglia per le whoopie pies, perchè ormai anche in cucina devi essere al passo con le mode, se non vuoi essere tagliata fuori, e devo dire che a me non dispiace affatto :-)
Avevo un outfit perfetto da domenica pomeriggio a mio parere: skinny jeans, stivali neri senza tacco alti sopra il ginocchio, magliettina con stampa grafica, piumino nero lucido e borsa verde petrolio (regalo del mio ragazzo!). So cool! Se non capite, fate un corso accelerato di fashionese, non posso mica tradurvi tutto :-)



Così sono uscita, contentissima e molto sicura di me, e sono andata a comprare la mia teglia, sognando di preparare tanti deliziosi dolcetti, non solo nel gusto ma anche nella forma e nel colore. E un motivetto scorreva nella mia mente: lalalalalala sono proprio very fashion e cucino dolcetti fashion lalalalalala, alla faccia di quelle icone, che secondo me non sanno neanche fare un riso in bianco!
Visto che era ancora presto ed eravamo in zona, con il mio ragazzo abbiamo deciso di andare a fare un giro in Corso Como, molto famoso a Milano per i suoi locali e i suoi negozi. E, tra ciò di cui si parla molto, c'è un locale/negozio/galleria d'arte, 10 Corso Como, che sembra essere imperdibile, per la serie: se non sei mai andato a 10 Corso Como non puoi dire di essere stato a Milano! Confesso che, in undici anni di vita qui, non avevo mai incluso questa visita tra i miei principali obiettivi, ma, data l'occasione, abbiamo deciso di entrare, giusto per confermare che siamo in e seguiamo tutti i trend.


Nel negozio mi sono sentita abbastanza... un pesce fuor d'acqua. Io che pensavo di essere così glamour quel giorno! Le commesse erano più eleganti e perfette di quando mi vesto per andare ad un matrimonio, i ragazzi che stavano facendo shopping provavano pantaloni super aderenti e cappelli variopinti, che, per usare un eufemismo, si potrebbero definire... un po' eccentrici. Caspita, eppure io sono sempre stata considerata un esempio da seguire in fatto di look, ma lì non sembrava. FORSE aver frequentato ingegneria e lavorare in un ambiente prettamente maschile (di ingegneri), ha falsato un po' la mia percezione della realtà, e FORSE non sono davvero così ben vestita. Aprire gli occhi su questa amara verità per me sarebbe un dramma, perchè io amo i vestiti!!! E le scarpe, e le borse e gli accessori.... è un ipotesi che non posso prendere in considerazione: penso proprio che siano gli altri a essere troppo perfetti o troppo "eccentrici".

Ad ogni modo, a parte lo shock modaiolo, ne è valsa la pena fare una visita a 10 Corso Como, vista la sorpresa che abbiamo avuto. Nella galleria d'arte c'era una mostra fotografica molto bella, ma soprattutto siamo saliti sul tetto del palazzo. In un angolo della sala c'era una scaletta che nessuno stava considerando e io, da buona curiosa, mi ci sono voluta intrufolare. Siamo arrivati su un tetto/terrazza che ci ha lasciati a bocca aperta: affacciato su un bellissimo cortile ricco di verde, permette di ammirare dall'altro il panorama di quella zona di Milano, che mi ha suggerito un non so che di parigino. Il terrazzo è arredato e decorato con mobili/scultura, è silenzioso e ci si può fermare liberamente per rilassarsi, chiacchierare o scrivere qualche appunto in un'atmosfera un po' bohèmien. Io ovviamente ho subito pensato che sarebbe una location fantastica per organizzare una festa (con il catering di mia responsabilità ovviamente!), ma qualcosa mi dice che qualcuno ci ha già pensato prima di me. Ci ritorneremo di sicuro e consiglio a chi abita in zona di farci un salto, magari verso il tardo pomeriggio. E non dimenticate di portare dietro qualcosa su cui fantasticare, il luogo concilia. 



Tornata a casa, per distogliere la mente dal terribile dubbio che forse l'icona di stile è davvero un mestiere e che io dovrei mettere in pratica i loro consigli, ho voluto preparare quelle che nel mondo del food sono delle it cake. Proprio così, se nel mondo della moda ci sono le it bag, secondo me in cucina ci sono le it cake, ossia quei dolci che non puoi non conoscere, non adorare e non bramare! Anche tra pentole e fornelli valgono le leggi della moda, aiuto! :-) Per fortuna, in questo caso, preparare le it cake non prevede difficoltà pari a quelle che si potrebbero incontrare nell'acquisto di una Chanel 2.55.
Ma non vi ho detto quali sono per me le it cake: ma le cup cakes ovviamente! E  visto che nei look primavera/estate saranno protagonisti i colori, ho voluto realizzarne alcune verdi e rosa molto allegre, fresche e... FASHION!

CUP CAKES AL TE' MACHA CON CREMA ALLA FRAGOLA
Ingredienti per 12 Cup Cakes
115g di burro a temperatura ambiente
200g di farina
200g di zucchero
120ml di latte
2 uova
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaio di tè macha
1pizzico di sale
marmellata di fragole
Procedimento
Lavorare il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema. Poi aggiungere le uova e montare il tutto con le fruste elettriche. Aggiungere poi le la farina setacciata, il lievito, il latte, il tè ed un pizzico di sale. Far cuocere in forno a 180 °C per circa 20 minuti. Sfornare e lasciar raffreddare  dolcetti su una gratella. Quando le cup cakes saranno fredde praticare un piccolo foro sulla parte superiore e riempirlo di marmellata di fragole

Ingredienti per la Crema alla Fragola
115g di burro a temperatura ambiente
500g di zucchero a velo
4-5 fragole frullate
Procedimento
In un contenitore capiente amalgamare con delle fruste elettriche il burro, lo zucchero, le fragole frullate e metà dello zucchero a velo, fintanto che il composto non sarà cremoso ed omogeneo. Aggiungere lentamente il restante zucchero a velo continuando a lavorare il composto. Guarnire le cup cakes con la crema alla fragola.



Con questa ricetta partecipo al contest Fashion Food, incrociate le dita per me, se vincessi potrei tornare in auge nella Milano modaiola con un nuovo look!


venerdì 16 marzo 2012

Una Torta Mimosa per...

Chi pensa che fare una torta significhi solo realizzare un buon dolce per soddisfare golosi palati, si sbaglia di grosso. Fare una torta significa voler bene, sognare, rilassarsi, condividere, capire, gioire e mille altre cose che si scoprono giorno dopo giorno. Se non siete convinti continuate a leggere...

UNA TORTA MIMOSA PER SOGNARE CON UN'AMICA

Qualche settimana fa Cristina mi ha detto di voler organizzare una cena con alcune amiche speciali J e mi ha chiesto di aiutarla nella preparazione della torta. Non poteva esserci proposta più gradita, innanzi tutto io adoro cucinare, in particolar modo i dolci, ma soprattutto sarebbe stata l’occasione per sperimentare un’idea che da tempo ci frullava per la testa: una collaborazione “pasticcera”! Pasticceria e pasticci insomma.
Dal momento che la cena era fissata per l’8 marzo, Cristina ha proposto di preparare la Torta Mimosa. È partito dunque un frenetico scambio di mail in merito all'organizzazione della serata, a quale ricetta fosse meglio seguire e a come presentare il dolce (ci sarebbe piaciuto realizzare delle mini torte mimose, ma non avevamo l’attrezzatura adatta). Alla fine ci siamo orientate verso la Torta Mimosa Classica secondo la ricetta di Giallo Zafferano alla quale abbiamo apportato alcune piccole modifiche.
La preparazione è iniziata il lunedì sera, il mio fantastico robottino da cucina ha lavorato senza posa per impastare due sofficissimi pan di spagna. Nel mentre, io e Cristina siamo state “costrette” a chiacchierare nell’attesa che il composto fosse sufficientemente spumoso. Pettegolezzi, problemi, sogni, speranze. Trovo che cucinare con un’amica sia bellissimo, ti rilassa e lascia spazio alle confidenze: mescoli a tutti gli ingredienti parole che arrivano dal cuore. Poi abbiamo preparato la crema e impacchettato tutto ermeticamente visto che, alla faccia della primavera, stava diluviando, e Cristina doveva portare tutto a casa.
Per alcune ore non sono esistiti più il lavoro che non ci soddisfa e i problemi della vita di tutti i giorni, ma solo sorrisi, allegria e il sogno di aprire un cup cake bar o di metter su una società di organizzazione di eventi. Chissà se i nostri sogni resteranno tali, ma una cosa è certa: abbiamo passato una splendida serata, la squadra è vincente e ci aspettano nuove sfide culinarie!




UNA TORTA MIMOSA PER CAPIRE SE UN UOMO E' QUELLO GIUSTO

La seconda fase della realizzazione della torta si è svolta il mercoledì a Casa di Cri e Dino, il suo fidanzato. Lo scopo di Dino era quello di riposarsi, ma è stato caldamente invitato ad aiutarci. La divisione compiti è stata la seguente. Dino: montare la panna e dividere in due il primo pan di spagna. Cristina: aggiungere la panna montata alla crema già pronta e farcire la torta. Io: tagliare a cubetti perfettamente identici il secondo pan di spagna per la guarnitura. Tutti insieme: incollare i cubetti decorativi sulla torta.
Cosa c'entra questo con la ricerca del famigerato "uomo giusto"? Semplice. Anche se stanco dalla giornata Dino ci ha accolte sorridente (compresa l'amica terzo incomodo che sarei io) e ci ha aiutate nella preparazione del dolce (punto a suo favore). Mentre lavoravamo si vedeva quanto fosse felice della felicità della sua ragazza, tutta presa dalla torta e dall'organizzazione (punto a suo favore). E poi non dimentichiamo che ha anche tagliato in due parti perfettamente identiche il pan di spagna (e per questo gli darei due punti J).
Giunta le sera della cena, il povero Dino ha spontaneamente cercato asilo a casa di amici per assicurarci la nostra intimità di donne (e anche qui un punto non gleilo toglie nessuno), ma prima di andar via ha lasciato a casa una rosa rossa e un mazzo di mimose per ognuna di noi, con un biglietto: "Al mio amore e alle fantastiche Sfogliatelle" (Le Sfogliatelle è il nome del nostro meraviglioso corpo di ballo, ma questa è un'altra storia...). Il contatore dei punti è salito alle stelle e sta per rompersi! Che ne dite è l'uomo giusto per Cristina? Secondo me sì!




UNA TORTA MIMOSA PER FESTEGGIARE

La cena è stata perfetta, finalmente un po' di tempo per chiacchierare con calma: nuovi lavori, lavori che non piacciono, fidanzati e ricerche di fidanzati e un bel po' di "taglia e cuci" che non guasta mai!
Finalmente mettiamo a tavola la torta e riempiamo i bicchieri con lo spumante, a questo punto Cristina fa un annuncio a sorpresa: siamo tutte invitate al suo matrimonio! Urla di gioia e abbracci, nemmeno la scena di un film reggerebbe il confronto. Ci siamo tutte emozionate quando ci ha detto che, se immagina il suo ingresso in chiesa, sono nostri i volti che vede tra gli invitati. Qualcuna ha anche versato una lacrimuccia. E da quel momento... raffica di domande alla sposa!
Sono felice di aver condiviso l'organizzazione di un evento così importante, sono felice di essere stata lì e che non siano state necessarie parole per dirci quanto eravamo vicine, porterò sempre nel cuore lo sguardo e la gioia di Cristina. Auguri!




TORTA MIMOSA CLASSICA
Ingredienti per 2 pan di spagna del diametro di 22 cm
200g di farina
40 g di fecola di patate
4 uova intere
8 tuorli
220 g di zucchero
2 bustine di lievito per dolci
Ingredienti per la crema pasticcera
55g di farina
300 ml di latte fresco intero
300 ml di panna fresca liquida
8 tuorli
1 cucchiaino di vaniglia in polvere
200 g di zucchero
Ingredienti per la bagna al liquore
100 ml di acqua
50ml di alchermes
50 g di zucchero
Ingredienti per la panna montata zuccherata
200 ml di panna fresca liquida
20 g di zucchero a velo

Procedimento
Unire le uova intere e lo zucchero e montare gli ingredienti per almeno 30 minuti a velocità elevata fino ad ottenere un composto ben gonfio. Aggiungere i tuorli e continuare a montare per altri 10 minuti. Aggiungere al composto la farina, la fecola e il lievito preventivamente setacciati e amalgamare delicatamente con una spatola con dei movimenti che vanno dal basso verso l’alto per incamerare aria. Versare l’impasto ottenuto in due teglie imburrate ed infarinate del diametro di circa 22 cm e cuocere in forno a 180-190 gradi per circa 30 minuti.
Nel frattempo preparare la crema pasticcera. Mettere in un tegame il latte e la panna e portare a sfiorare il bollore. In un altro tegame mettere i tuorli e lo zucchero e mescolare con un cucchiaio di legno,  poi aggiungere la farina e la vaniglia.  Poi unire il composto di latte e panna calda, quindi stemperare il tutto con una frusta. Accendere il fuoco e fare addensare, non appena la crema comincerà a sbuffare versare la crema in una teglia bassa e larga. Ricoprire la crema pasticcera con della pellicola trasparente che deve toccare la superficie della crema e mettere a raffreddare in frigorifero o in freezer.
Preparare la bagna facendo sciogliere in un pentolino lo zucchero assieme all’acqua e al liquore, quindi far raffreddare.
Montare la panna ben fredda con uno sbattitore: non appena comincerà a gonfiare unire lo zucchero a velo e portare a termine la montatura, poi mettere il tutto in frigorifero. Quando la crema pasticcera sarà fredda metterla in una ciotola e unire delicatamente la panna montata, tranne due cucchiaiate da tenere da parte.
Eliminare dai due pan di spagna la parte scura esterna, con un coltello dalla lama lunga dividere uno dei pan di spagna e ricavare due dischi di uguale spessore, tagliare l’altro a cubetti.
Per assemblare la torta inzuppare con la bagna il primo disco di pan di spagna e poi stendere un velo di panna montata zuccherata. Sopra la panna, stendere la crema pasticcera mista a panna e quindi appoggiare il secondo disco di pan di spagna. A questo punto ricoprire tutta la torta con la crema avanzata. Una volta ricoperta, passare alla decorazione facendo aderire i cubetti di pan di spagna alla crema che fungerà da collante. Far riposare la torta in frigorifero per almeno mezza giornata.



P.S. UNA TORTA MIMOSA PER CAPIRE COSA VOGLIO

Quando sono arrivata a casa loro per l'assembleggio della torta, Cristina a Dino si sono salutati come se non si vedessero da lungo tempo. Erano così felici di ritrovarsi la sera e di darsi un bacio. Io mi sono sentita una spettatrice un po' inopportuna in quel momento, ma anche molto fortunata, perchè vedendo loro, ho visto esattamente anche quello che voglio per me.

giovedì 8 marzo 2012

La casa è dove si trova il cuore: Fregola con sugo di Gallinella

"La casa è dove si trova il cuore" recita un famoso aforisma di Gaio Plinio Secondo. Forse è proprio per questo che non so ancora dove sia la mia casa... Sono nata e cresciuta a in Liguria a Sanremo: una nonna ligure, uno pugliese, due piemontesi. Ho studiato e lavoro a Milano, il mio fidanzato è sardo, ma vive a Bologna. Insomma quando non ne posso più e vorrei solo "andare a casa", in realtà non so dove dirigermi, perchè il mio cuore è diviso tra tante persone che stanno in altrettanti luoghi diversi. Questo spesso mi fa soffrire, perchè mi sento di appartenere a molti posti, ma a nessuno in particolare, ma a volte questo girovagare del corpo e degli affetti può creare anche risultati positivi.

Dal punto di vista gastronomico ho arricchito il mio bagaglio familiare, che già era "multietnico", con piatti della tradizione milanese, bolognese e sarda. La cosa che mi piace di più è attingere un po' di qua e un po' di là, mischiare con la fantasia tutti i sapori  e gli ingredienti che ho provato e che ciascuno dei miei maestri difende campanilisticamente a spada tratta. Tanto per fare qualche esempio mia mamma considera l'utilizzo del burro un'eresia: da buona ligure-pugliese per lei esiste solo l'olio di oliva. Il mio nonno paterno, macellaio piemontese, pensava invece che mangiare pesce fosse una vera e proprio follia, nonstante avesse vissuto metà dei suoi anni al mare. Il mio fidanzato eleva nel'olimpo dei formaggi solo quelli sardi, possibilmente prodotti nella sua zona. Emblematica è stata una sera in cui mio padre ha tirato fuori una sfilza di particolarissimi formaggi francesi, comprati in occasione di una nostra visita. Il commento è stato il seguente: "Ottimi, ma il pecorino sardo..." :-) Non sarà il caso di non esagerare con l'attaccamento alle proprie origini? La mescolanza di tradizioni e culture è positiva e stimolante: sarebbe un peccato non apprezzare appieno tutto quello che c'è e si mangia attorno a noi.

So che sto per sconvolgere qualcuno, ma sappiate che se mangiate la polenta, non vi verrà l'accento bresciano, che il pane è buono in tutte le regioni d'Italia, non solo in Puglia, che il peperoncino può essere piccante anche se non è calabrese, che la mozzarella può essere squisita anche se non è campana, eccetra eccetera eccetera...
Certo è difficile trovare prodoti freschi e saporiti come quelli "di casa" nelle grandi catene di distribuzione, ma questo non deve convincerci che solo quello che ci spedisce mammà è degno di essere mangiato. Piuttosto bisogna cercare di ritrovare quelle caratteristiche di semplicità e tradizione nei prodotti e nelle usanze dei luoghi dove viviamo o che visitiamo e arricchire il nostro ricettario con tanti nuovi ingredienti per creare piatti che saranno originali, unici e buoni come quelli di quando eravamo bambini.

In quest'ottica, una domenica pomeriggio a Bologna mi sono dedicata alla sperimentazione, mischiando un prodotto tipicante sardo, la fregola, con un sugo che è uno dei cavalli di battaglia di mia mamma. Ovviamente la fregola faceva parte della monumentale fornitura di cibo ragalataci dalla famiglia del mio ragazzo al rientro delle vacanze di Natale! E così, anche con tutto il mio girovagare, mi sono sentita davvero a casa, cucinando in un appartamento di Bologna con gli ingredienti sardi e le ricette liguri che ci hanno donato le persone che ci vogliono bene. Poi una piatto, un tovagliolo di carta, un divano e un abbraccio. 

Quella sera finalmente il mio cuore era lì con me.



FREGOLA CON SUGO DI GALLINELLA
Ingredienti per 4 persone
400g di fregola
500g di gallinella
1/2 cipolla
2 spicchi d'aglio
3 vasetti di pomodori pelati
olio e.v.o.
sale
un pizzico di zucchero
Procedimento
Preparare il sugo facendo soffriggere in una pentola capiente la cipolla tagliata sottile e due spicchi d'aglio interi. Aggiungere i pomodori pelati, sale e un pizzico di zuccchero. Appoggiare delicatamente la gallinella intera nel sugo, coprire con un coperchio e far cuocere a fuoco basso per almeno un'ora. Dopodichè estrarre la gallinella e pulirla bene ricavandone esclusivamente la polpa. Eliminare dal sugo gli spicchi d'aglio  e  unire la polpa della gallinella. Cuocere la fregola in abbondante acqua salata, condire con il sugo e un filo d'olio crudo... ligure ovviamente, perchè è il più buono! ;-)